Ma è il paesaggio, talvolta elaborato e
modificato dall’uomo, l’elemento che più stupisce del cammino, per il suo
variare continuo e per la sua diversità ambientale, composta dai grandi laghi
prealpini (Maggiore, Orta e Viverone), dalle vallate verdi della Valsesia e del
Biellese e dalla imponente Serra morenica di Ivrea.
Il Cammino di San Carlo tocca paesi e
borgate alpine, parchi come la Burcina e l’Oasi Zegna e diversi ecomusei che
fanno riferimento alla cultura materiale locale, ma anche alle storie di
impresa e di lavoro caratteristiche delle operose vallate laniere e meccaniche
del Biellese, della Valsesia e del Cusio.
Il cammino è agile, con qualche dislivello,
in gran parte su sentieri e mulattiere, su alcuni tratti di strada sterrata e
di asfalto in prossimità dei luoghi abitati. Le dodici tappe hanno una
lunghezza media inferiore ai 20 chilometri e sono percorribili anche in
mountain bike.
Si può trovare ospitalità pellegrina
nei diversi ospizi dei santuari e negli ostelli, presenti in buon numero, ma
anche in piccoli alberghi, bed and breakfast, e agriturismi che offrono in più
le specialità di queste valli.
testo a cura di Franco Grosso