Un'orchestra che suona nel bosco, 20 musicisti e 3 direttori che incantano il pubblico, circondati dalla quinta naturale della Caruccia. E' un appuntamento molto speciale quello che Oasi Zegna prepara per il pubblico sabato 6 agosto dalle 18 alle 19 (ingresso gratuito) con Obiettivo Orchestra.
Ci parla di questo concerto, intitolato Musiche nel Bosco, Enrico Carraro, prima viola della Filarmonica Teatro Regio Torino e direttore artistico dell'evento.
Enrico Carraro, Musiche nel bosco è un titolo perfetto per un concerto all'Oasi Zegna.
Mi piace l'idea che i concerti abbiano un legame con il luogo che li ospita. E per la Caruccia mi sembrava il titolo adatto. In più riporta a uno dei brani del concerto, il celebre Dumbarton Oaks (Le Querce di Dumbarton) di Stravinskij che deve il nome a una tenuta nella campagna intorno a Washington, dove Stravinskij capitò rimanendo molto colpito dal paesaggio, tanto da trarne ispirazione. Mi piace sempre legare quello che suoniamo all’evento, in una sorta di operazione coerenza. Oasi Zegna ha come primo obiettivo la tutela e la valorizzazione dell'ambiente. Penso che anche un concerto di musica classica possa valorizzare i territori e le persone che prestano loro cura.
Un'orchestra che suona in mezzo al bosco è una bella sfida da realizzare.
Sì, porteremo una vera e propria orchestra tra gli alberi, parlo di 20 elementi, quasi tutti archi, 2 oboi, 2 corni e 3 direttori molto giovani che studiano con il maestro Donato Renzetti a Saluzzo. Eventi come questi nascono grazie alla collaborazione con Fondazione Zegna.
A esibirsi sarà Obiettivo Orchestra, ce ne parla?
Fondazione Zegna è un sostenitore determinante di questo progetto, fin dall'inizio. Ora sta per iniziare la settima edizione e ogni anno cresciamo. Siamo partiti con 4 classi di studenti ad arco, poi, a mano a mano, si sono aggiunti tutti gli strumenti di un'orchestra. A queste classi si è aggiunta inoltre l'Accademia di direzione del maestro Renzetti che è il decano dei direttori italiani.
Chi sono i musicisti di Obiettivo Orchestra?
Sono giovani professionisti diplomati presso i Conservatori che si trovano nella fase di perfezionamento e imparano a mettersi alla prova. Sappiamo che il Conservatorio non è più sufficiente, serve un ponte di collegamento tra lo studio e il lavoro. Ed ecco che è nato Obiettivo Orchestra che all’attività di insegnamento docente-alunno accompagna l'attività concertistica, sia da camera sia d'orchestra. Mi piace sottolineare che queste prestazioni sono sempre retribuite, perché la nostra idea è fornire un ponte concreto con il mondo del lavoro, insegnare a vivere la professione del musicista con tutto quello che comporta fare un concerto, ad esempio, suonare in situazioni diverse tra loro, non sempre in una sala di concerto... può capitare, ad esempio, di suonare in un bosco.
Che tipo di acustica c'è in un bosco?
Gli archi ed alcuni fiati sono fatti di legno e nel bosco hanno una loro vibrazione. Certo, non c'è l'acustica di una sala da concerto, ma è interessante osservare come il bosco vibri per simpatia con questi strumenti e questo si percepisce molto chiaramente. Suonare in un bosco è un’esperienza, perché solitamente si pensa a un musicista classico in una sala da concerto, vestito con l'abito da concerto, si pensa, insomma, a una fruizione classica. Nella natura, invece, c'è già una prima rottura costituita dall'ambiente e già questo garantisce un tipo di ascolto molto diverso. In Caruccia poi c’è un’acustica particolare, perché le piante circondano i musicisti e fanno da cassa di risonanza.
Come reagisce il pubblico?
Ho sempre riscontrato molta attenzione, molta curiosità, cosa che a volte non capita quando c’è la cerimonia classica di un concerto. Nei contesti particolari si alzano le orecchie e gli occhi e si ottiene un livello di attenzione particolare.
Che programma porterà Obiettivo Orchestra?
Oltre al Dumbarton Oaks suoneranno un gran classico per orchestra da Camera, la Sinfonia 29 di Mozart in La maggiore che è una delle sue composizioni più celebri scritta all’età di 18 anni. Infine un tributo a Bettinelli, con Le due invenzioni per Orchestra. Bettinelli è stato un compositore e un insegnante di grande spessore al Conservatorio di Milano, una delle grandi personalità musicali del Novecento con cui hanno studiato, ad esempio, Muti e Abbado.