Nel corso degli anni ‘60,
sotto la direzione del paesaggista Pietro Porcinai - considerato tra i
più grandi architetti paesaggisti italiani, distintosi in ambito internazionale grazie alle collaborazioni con i grandi architetti del
secolo scorso come lo studio BBPR, Franco Albini, Carlo Scarpa, Oscar Niemeyer,
e tra i fondatori dell’IFLA (International Federation of Landscape
Architects) - si ebbe l'intervento più massiccio di piantagioni di
rododendri all'interno del territorio dell'attuale Oasi Zegna, iniziata già
negli anni '50 per volere di Zegna. Porcinai
lavorò sul posto senza una progettazione precisa, semplicemente
"leggendo" il terreno e reinterpretandolo con la disposizione delle
essenze floreali e arboree.
Il nome del rododendro deriva
dall’unione di due parole greche: rhódon (rosa) e déndron (albero). Come se
fossero degli alberi di rose.
Come tutte le cose belle, non durano molto.
La loro
fioritura è sfuggente, bisogna coglierla al volo: passerà un anno perché la si
possa rivedere.